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Riabilitazione spalla
Sublussazione o lussazione della spalla: trattamento non chirurgico Il percorso riabilitativo può essere suddiviso in 3 fasi ben distinte.La riabilitazione svolge un ruolo determinante sia perché il riutilizzo dell'arto superiore ha bisogno di un'articolazione libera e non dolente, sia perché la più frequente complicanza che si verifica dopo un episodio di lussazione è il permanere di un'instabilità che prima o poi darà luogo ad una recidiva. Il nostro compito è quello di personalizzare il programma al fine di raggiungere il delicato equilibrio che consente la maggior articolarità e, contemporaneamente la maggior stabilità possibile. FASE 1 - Dopo le tre classiche settimane di immobilizzazione, la tua spalla ha modificato completamente il suo aspetto, per cui si deve iniziare a muoverla con molta delicatezza, evitando di superare i 45° di articolarità soprattutto nell'abduzione e nelle rotazioni esterne, ed eseguendo esercizi pendolari, con resistenza elastica ed isometrici in posizioni diverse. In questa fase è fondamentale la sensibilità del rieducatore che ti deve aiutare a recuperare fiducia e consapevolezza di ciò che puoi o non puoi fare.FASE 2 - A 3 settimane dalla rimozione del bendaggio potrai iniziare, previo parere del medico, a guidare, mentre l'attività lavorativa richiede di solito almeno altre 2 settimane. La progressione dell'intensità degli esercizi sia per quanto riguarda la forza che l'escursione articolare, ti farà sentire più sicuro ma è necessario essere ancora molto prudenti. In questo periodo assume molta importanza la riabilitazione propriocettiva che affina il controllo neuromotorio indispensabile per la coordinazione di gruppi muscolari diversi che danno la stabilità "dinamica": le strutture deputate alla stabilità statica sono state lese dal trauma!FASE 3 - Inizia a circa 2 mesi dal trauma e perfeziona il recupero globale, per arrivare alla ripresa dell'attività sportiva e quindi del gesto atletico specifico a circa 3 mesi dal trauma.Se permangono dolori e senso di instabilità, la rieducazione va continuata, ma si deve iniziare a prendere in considerazione il trattamento chirurgico che viene vivamente consigliato se si presentano recidive di lussazione ravvicinate.PROTOCOLLO RIABILITATIVO DOPO INTERVENTO DI STABILIZZAZIONE ARTROSCOPICA PER INSTABILITA' ANTERIORE 1° FASE- Varia dalle 3 alle 4 settimane. In questo periodo l'articolazioneè protetta da un tutore tipo ultra sling che può essere rimossosolo per effettuare fisioterapia.Evitare l'instaurarsi di rigidità e ripristinare corretto ritmo scapolo-omeralesono gli obiettivi di questa fase.Fondamentale e importante, non appena vengono rimossi i punti di sutura, èl'idroterapia. La spinta di Archimede fornita dall'acqua infatti si sostituisce altutore e permette una più facile e precoce mobilizzazione dell'articolazione,mentre la temperatura dell'acqua (34°C) ha effetti miorilassanti sulle eventualicontratture muscolari.A secco il terapista può effettuare tecniche di mobilizzazione passiva dellaspalla e micromobilizzazione della testa omerale e della scapola evitandorotazione esterna e abduzione, ree di porre in tensione la capsula appena suturata.Possono essere introdotti esercizi attivi dei fissatori della scapola ed utili possonorivelarsi mobilizzazione passiva e autoassistita in flessione della spalla ed esercizidi decoaptazione. La crioterapia a fine esercizi per ridurre al minimo l'infiammazione alla spalla e nei momenti di dolore è un valido aiuto.In sintesi:· Allungamenti pompages a livello scapolo-cervicale;· Micromobilizzazione omero e scapola;· Mobilizzazione passiva dell'articolazione ma rotazione esterna e abduzioneprotetta;· Mobilizzazione autoassistita in flessione;· Esercizi pendolari di codman;· Esercizi attivo-assistiti e attivi per fissatori della scapola;· Idroterapia;· Crioterapia2° FASE: intorno alla 4° settimana, coincide con l'abbandono deltutore.In tale fase continuano le micromobilizzazioni per cercare di detenderecapsula e tessuti molli e la mobilizzazione passiva per favorire il guadagnodi gradi articolari, ora gradualmente anche in rotazione esterna.Possono venire introdotti esercizi contro resistenza elastica leggera perfissatori della scapola.Dalla 6° settimana iniziano i primi esercizi in intra-extra rotazione edadduzione e abduzione.Continua il lavoro di micromobilizzazione e mobilizzazione passiva sul lettino, ore è possibile gradualmente aggiungere l'abduzione e la rotazione esterna· La mobilizzazione attivo-assistita progredisce sempre più verso quella attiva;· Esercizi contro resistenza elastica leggera dei fissatori della scapola;· Lavoro graduale degli intra-extra rotatori;· Lavoro graduale in adduzione e abduzione· Stretching 3° FASE: 8° - 12° settimanaContinua la mobilizzazione sul lettino e i carichi per il lavoro muscolare possono essere aumentati anche con utilizzo di macchine per un completo rinforzo della muscolatura della spalla.Esercizi di destabilizzazione ritmica della spalla e di propriocezione sonoutili in tale fase per un recupero funzionale più completo.Deve residuare un leggero deficit in extrarotazione.· Ricerca R.O.M. completo con leggero deficit in extrarotazione;· Rinforzo graduale di tutti i distretti muscolari;· Esercitazioni propriocettive e di destabilizzazione ritmica. 4° FASE : Ripresa funzionale delle normali attività quotidiane o del gesto sportivo, limitando comunque, per quest'ultimo caso, il ritorno alle competizionisportive a forte utilizzo della spalla dopo sei mesi dall'intervento.· Esercizi di lancio e presa con forza crescente;· Esercizi specifici dello sport praticato;· Test isocinetico al 4° mese;· StretchingE' utile effettuare a 4 mesi circa dall'intervento un test valutativo isocineticoper chi desidera riprendere le competizioni e sconsigliare queste ultime se ilbraccio non ha recuperato l'85% della forza rispetto al controlaterale.Quando consultare il chirurgo " Improvviso gonfiore" Forte dolore, senso di tensione o pulsazione della spalla" Se compare febbre oltre 38° o malessere" Se la mano cambia colore, si gonfia o provoca dolore" In caso di sanguinamento delle ferite con imbibitura della medicazione (una piccola quantità di sangue sulle garze è normale)