Riabilitazione
INTRODUZIONE
La spalla è l'articolazione più mobile del corpo umano, ma al tempo stesso è quella che ha la minima stabilità intrinseca dovuta alla configurazione anatomica dei suoi componenti osteo-articolari. Per questo motivo le parti mio-tendinee, capsulari e legamentose sono sottoposte a notevole sovraccarico funzionale. I principali problemi sono legati alle patologie della cuffia dei rotatori (conflitto) e del cercine glenoideo (inserzione del capo lungo del bicipite).
La spalla è un'articolazione piuttosto complessa dotata di una grande mobilità su tutti i piani di movimento. La sua stabilità è dovuta a fattori muscolari più che articolari propri ed i movimenti sono regolati da un delicato equilibrio di forze muscolari e movimenti articolari di cui, forse più di altre articolazioni, bisogna assolutamente tenerne conto in riabilitazione.
Il programma riabilitativo dopo ha durata variabile a seconda dei seguenti fattori:
- Età del paziente
- Grandezza della lesione , della tendinopatia o rigidità dell'articolazione
- Tipo di lesione (traumatica o degenerativa)
- Forza e grado di mobilità della spalla
- Richieste funzionali del paziente
- Tipo di tecnica chirurgica
Per la riabilitazione della spalla gli esercizi di riabilitazione devono essere eseguiti lentamente e sotto controllo del movimento. La riabilitazione della spalla ha lo scopo di recuperare flessibilità, forza, resistenza, propriocettività e funzionalità dell'arto alterato a seguito di un trauma o di un'altra patologia.
La riabilitazione di una sindrome dolorosa della spalla prevede,una fase iniziale nella quale si deve tenere sotto controllo il dolore e l'infiammazione, attraverso applicazioni di ghiaccio per circa 20 minuti ogni ora e la somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei, ai quali si può associare l'uso di TENS a scopo analgesico.
In questa fase possono essere effettuate contrazioni isometriche per la muscolatura del polso e della mano e si possono effettuare anche esercizi di prensione con la mano, come ad esempio schiacciare una palla morbida di gomma.
Una volta che il dolore diviene meno persistente si può iniziare un lavoro di condizionamento generale attraverso la pratica di una qualsiasi attività aerobica, che comunque non coinvolga l'arto leso (ad esempio bicicletta o nastro trasportatore).
La prima fase dura in media da 2 a 4 settimane, ovviamente la durata dipende dall' entità della lesione, dal grado di dolore o comunque, in caso di intervento chirurgico, dalla durata della immobilizzazione necessaria per la guarigione biologica del tessuto interessato.
Nella seconda fase del programma riabilitativo si deve invece cercare di ripristinare un completo range di movimento in completa assenza di dolore.
È del tutto comprensibile, che dopo una lesione da sovraccarico o dopo un intervento chirurgico, vi sia una più o meno marcata limitazione dell'articolarità. È necessari quindi durante il periodo di mobilizzazione, eludere qualunque manovra estrema che oltre a dimostrarsi inappropriata, potrebbe acutizzare la sintomatologia dolorosa.
Sono così consigliate tecniche di stretching passivo ed assistito al fine di migliorare l'estensibilità muscolare. Per valutare i progressi della terapia riabilitativa, si può usare come termine di paragone il grado di mobilità dell'arto sano. Un' adeguata terapia dovrebbe permettere di ottenere un range articolare sia passivo che attivo il più possibile simmetrico in tutti i piani di movimento della spalla.
Successivamente ad un trauma di notevole entità o dopo microtraumi ripetuti nel tempo, la struttura propriocettiva della spalla, come quella del ginocchio, subisce delle alterazioni nel controllo neuromuscolare.
Si rende così necessario inserire nel programma di riabilitazione degli esercizi atti a stabilizzare l'articolazione e ripristinare il senso cenestesico.
Nel mettere in atto un programma di recupero funzionale è importante non dimenticare che i segmenti anatomici adiacenti possono avere una importante influenza, difatti, in condizioni di alterata postura, possono esercitare una azione sfavorevole sulla funzione della spalla, si rende così necessario ripristinare una situazione di equilibrio tra i segmenti articolari.
Una volta raggiunta una buona articolarità, si passerà alla fase successiva del programma di riabilitazione, che prevede un progressivo ripristino della forza muscolare. Negli sportivi professionisti, insieme al ripristino della forza, si deve intervenire anche con un ricondizionamento specifico del gesto sportivo.
La Mobilità: rappresenta la capacità di muovere il braccio in tutte le direzioni e con la maggiore ampiezza possibile.
Gli Esercizi isometrici: permettono un allenamento della forza, senza spostamento del segmento interessato; si utilizzano nelle prime fasi in presenza di dolore o quando la mobilità è ancora ridotta.
Gli Esercizi con elastici: sono specifici e "fondamentali" per il recupero graduale della forza dei gruppi muscolari interessati dalla patologia.
Abbiamo formulato dei programmi riabilitativi suddivisi e schematizzati per comodità in 4 fasi. Ogni fase riabilitative è soggetta a cambiamenti in base alle caratteristiche intrinseche, alla categoria (post-operati - capsuliti - tendinopatie) ed al paziente stesso.
Per i post-operati durante il periodo in cui il paziente porta il tutore devono essere eseguiti una serie di esercizi per ridurre il dolore e la rigidità articolare. Segue quindi una fase di mobilizzazione auto-assistita e quindi il recupero della forza muscolare e della propriocezione.
Per le capsuliti, alla 4a settimana il paziente si deve sottoporre ad un controllo ortopedico e laddove si è ripristinata una valida articolarità inizia la fase del rinforzo muscolare. In caso contrario deve essere ripetuto il primo gruppo di esercizi.
Per le tendinopatie il paziente deve recuperare l'articolarità passiva su tutti i piani con rispetto assoluto del dolore e solo in una seconda fase il recupero è attivo. Tutti gli esercizi per il recupero della forza devono essere eseguiti in assenza di dolore. In presenza di dolore si consiglia di modificare il "range" di movimento e/o di ridurre il numero delle ripetizioni. Il numero di sedute settimanali è variabile in base al tipo di intervento eseguito.
Alcuni consigli:
- Non eseguire esercizi con dolore
- Non precorrere i tempi di recupero
- Non demoralizzarsi se nella fase di recupero della forza si manifesta un blando fastidio
Obbiettivi del trattamento riabilitativo post-chirurgico
- Riduzione del dolore e dell'infiammazione
- Protezione con tutore per 3-4 settimane a seconda del tipo di intervento eseguito
- Protezione della sutura con rispetto dell'articolarità
- Chinesi passiva e passiva autoassistita
- Estensione del gomito
- Progressivo rinforzo muscolare solo quando si è raggiunta un'articolarità passiva valida.
- Rinforzo muscolare progressivo isotonico della cuffia, degli scapolo toracici e quindi del deltoide (questa fase inizia solo quando si è raggiunta una valida articolarità)
Obbiettivi del trattamento riabilitativo per Sindrome da conflitto e tendinopatie croniche
- Mantenimento articolarità
- Stretching capsulare posteriore
- Rinforzo scapolo toracico
Obbiettivi del trattamento riabilitativo la capsulite adesiva
- Recupero progressivo articolare
- Stretching capsulare su tutti i piani
- Rinforzo scapolo toracico
- Stretching capsulare
- Rinforzo muscolare del deltoide,dorsale, pettorale e della cuffia dei rotatori
- Progressivo rinforzo della cuffia quando si è raggiunta una sufficiente articolarità
Successivamente, quando la vostra spalla sarà guarita e potrà muoversi liberamente, dovrete:
- Evitate di lavorare sopra la vostra testa per periodi lunghi
- Non sollevate oggetti troppo pesanti
- Sollevate e portate pesi tenendoli vicino al vostro corpo, con il gomito del braccio che aveva subito la lesione, piegato e non dritto
- Non leggete o guardate la TV appoggiati sul braccio affetto
- Se la vostra spalla sinistra è sofferente, non appoggiate il braccio sullo sportello della macchina quando guidate
- Evitate di dormire sulla spalla trattata
- Tenete il braccio in movimento: ogni 30 minuti, muovete la spalla in tutte le direzioni
Quando consultare il chirurgo
- Improvviso gonfiore
- Forte dolore, senso di tensione o pulsazione della spalla
- Se compare febbre oltre 38° o malessere
- Se la mano cambia colore, si gonfia o provoca dolore
- In caso di sanguinamento delle ferite con imbibitura della medicazione (una piccola quantità di sangue sulle garze è normale)
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NELLA SPALLA DOLOROSA
I vantaggi della tecnica artroscopica nell'effettuare questo tipo di intervento sono notevoli ed includono:
- Non incisione del deltoide
- Possibilità di ispezionare l'articolazione gleno omerale e lo spazio sotto acromiale prima dell'intervento
- Valutazione e bilancio preciso di una eventuale lesione della cuffia dei rotatori
Al termine dell'intervento, oltre alla comune medicazione, viene applicato un tutore con possibilità di rimozione rapida da parte del paziente per praticare gli esercizi che iniziano, subito al risveglio, con la mobilizzazione attiva del polso e del gomito.
Post-operatorio
- Applicare una borsa del ghiaccio per 2 ore al giorno, suddivisi in 4 cicli da 30 minuti l'uno per i 7 giorni successivi all'intervento, ponendo sotto un asciugamano per mantenere asciutta la ferita.
- Non effettuare movimenti bruschi o improvvisi
- Non rimuovere o bagnare la medicazione applicata
- Evitare di guidare autoveicoli, di utilizzare macchinari pericolosi
1 FASE : 0-3 settimane
- Mobilizzazione passiva della spalla su tutti i piani, abduzione non superiore a 90°
- Micromobilizzazione capsulare e della scapola e presa di coscienza posturale
- Lavoro attivo dei fissatori della scapola
- Esercizi autoassistiti in flessione ed intra-extra rotazione
- Esercizi pendolari e di decoaptazione
- Crioterapia ed idroterapia (dove la spinta idrostatica si sostituisce al tutore e facilita la ripresa della motilità attiva)
2 FASE : 3-8 settimane
- Lo spazio sottoacromiale "conquistato" dall'ortopedico rischia di non essere
- sufficiente se non si ritrova un corretto ritmo scapolo-omerale ovvero un
- armonico utilizzo della coppia muscolare deltoide-depressori della testa omerale.
- Ricentraggio passivo manuale della testa omerale
- Esercizi propriocettivi in scarico ed in catena chiusa
- Continua ricerca ROM completo (abduzione 90°)
- Rinforzo muscolare contro resistenza manuale e con elastici su tutti i piani fuorchè in elevazione
- Continua idroterapia e crioterapia più Stretching
3 FASE : 8-12 settimane
- Esercizi attivi per il mantenimento dell'escursione articolare
- Rinforzo globale della muscolatura della spalla su tutti i piani.
- Esercizi propriocettivi complessi per riacquistare la corretta stabilità ed
- equilibrio dell'apparato neuro-muscolare della spalla
- Recupero gesti funzionali completi propri dell'articolazione
- Recupero gesti specifici sportivi e professionali
Il ritorno all'attività sportiva viene concesso quando l'arto operato supera il 70% della forza del controlaterale (se il coinvolto non è il dominante, altrimenti 85%).
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TRATTAMENTO CONSERVATIVO DELLE TENDINOPATIE O DELLE LESIONI DELLA CUFFIA DEI ROTATORI
Lesione traumatica : terapia farmacologica ed ONDE URTO,TECARTERAPIA - crioterapia - immobilizzazione diurna e notturna prolungata per 20gg.
Lesione degenerativa : terapia farmacologica ed ONDE URTO,TECARTERAPIA - crioterapia - immobilizzazione diurna pochi giorni.
1° FASE (20-30 gg.) : Recupero antalgico, ricerca escursione articolare e propriocettività.
- Terapia manuale sul lettino
- Mobilizzazione capsulare, della scapola e scapolo-omerale
- Decoaptazione dolce per massaggio
- Esercizi in acqua
- Esercizi propriocettivi in scarico ed in sospensione
- Inizio rinforzo fissatori della scapola
- Da evitare esercizi in elevazione ed esercizi attivi extrarotatori
2° FASE (20/60 gg.) : Completamento escursione articolare e rinforzo muscolare generale
- Continua lavoro in acqua
- Continua terapia manuale sul lettino
- Ricerca ritmo scapolo-omerale
- Prosegue il lavoro per i fissatori della scapola
- Introduzione graduale rinforzo intra ed extra rotatori
- Esercizi propriocettivi
3° FASE (60/90 gg.) :
- Ripresa delle attività dinamiche, di lancio o specifiche dello sport praticato
- Continua rinforzo muscolare generale
- Esercizi propriocettivi dinamici
- Esercizi di lancio con peso e forza crescente
- Esercizi specifici dello sport praticato
- Esecuzione test isocinetico ed eventuale ritorno all'attività sportiva
Quando consultare il chirurgo
- Improvviso gonfiore
- Forte dolore, senso di tensione o pulsazione della spalla
- Se compare febbre oltre 38° o malessere
- Se la mano cambia colore, si gonfia o provoca dolore
- In caso di sanguinamento delle ferite con imbibitura della medicazione (una piccola quantità di sangue sulle garze è normale)
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NELLE LESIONI DI CUFFIA
I vantaggi della tecnica artroscopica nell'effettuare questo tipo di intervento sono notevoli ed includono:
- Non incisione del deltoide
- Possibilità di ispezionare l'articolazione gleno omerale e lo spazio sotto acromiale prima dell'intervento
- Valutazione e bilancio preciso di una eventuale lesione della cuffia dei rotatori
Il programma riabilitativo dopo intervento di riparazione della cuffia dei rotatori della spalla ha durata variabile a seconda dei seguenti fattori:
- Età del paziente
- Grandezza della lesione
- Tipo di lesione (traumatica o degenerativa)
- Forza e grado di mobilità della spalla
- Richieste funzionali del paziente
- Tipo di tecnica chirurgica
Gli scopi della rieducazione sono:
- Minimizzare gli effetti della immobilizzazione
- Evitare eccessivo stress sui tessuti riparati
- Progredire nel rispetto dei tempi biologici di guarigione e a seconda dei progressi del paziente
Post-operatorio
- Applicare una borsa del ghiaccio per 2 ore al giorno, suddivisi in 4 cicli da 30 minuti l'uno per i 7 giorni successivi all'intervento, ponendo sotto un asciugamano per mantenere asciutta la ferita.
- Non effettuare movimenti bruschi o improvvisi
- Non rimuovere o bagnare la medicazione applicata
- Evitare di guidare autoveicoli, di utilizzare macchinari pericolosi
1a FASE : Può variare dalle 3-4 settimane e comprende il periodo post-operatorio.
In questo periodo l'articolazione è protetta da un tutore tipo Desault o a braccio abdotto 20° che può essere rimosso solo per effettuare fisioterapia. Evitare l'instaurarsi di rigidità e ripristinare corretto ritmo scapolo-omerale sono gli obiettivi da porsi in questa fase.
Le sedute devono essere quotidiane, anche 2 volte al giorno nelle prime 3 settimane.
Fondamentale ed importante, è l'idroterapia. La spinta di Archimede dell'acqua infatti si sostituisce al tutore e permette una più facile e precoce mobilizzazione dell'articolazione mentre la temperatura dell'acqua (34° C) ha effetti miorilassanti sulle eventuali contratture muscolari che possono insorgere.
A secco il terapista può effettuare tecniche di micromobilizzazione della testa omerale e della scapola, evitando la rotazione interna. Esercizi attivi dei fissatori della scapola possono essere già introdotti ed è utile la mobilizzazione passiva autoassistita in flessione ed extrarotazione della spalla con il classico pendolo di CODMAN per ricreare spazio scapolo omerale.
In tale fase sono vietati i movimenti attivi se non quelli a carico dei fissatori della scapola. La crioterapia dopo gli esercizi, e nei momenti di dolore è un valido aiuto
In sintesi :
- Micromobilizzazione omero e scapola;
- Mobilizzazione passiva dell'articolazione / rotazione interna e abduzione protette;
- Mobilizzazione autoassistita in flessione ed extra rotazione;
- Esercizi pendolari di CODMAN;
- Esercizi attivo-assistiti e attivi per fissatori della scapola;
- Idroterapia; crioterapia
2a FASE : 4a - 8a settimana, coincide con l'abbandono del tutore.
In tale fase continuano le micromobilizzazioni per cercare di detendere la capsula ed i tessuti molli per favorire il recupero di gradi articolari.
La mobilizzazione attivo-assistita progredisce gradualmente sempre più verso l'attiva e continua la mobilizzazione auto-assistita in flessione ed extra-rotazione (anche con carrucole e skateboard) ed extrarotazione. Possono venire introdotti esercizi contro resistenza elastica leggera per i fissatori della scapola e stretching. Gli intra-extra rotatori possono iniziare a lavorare in isometrica, mentre si consiglia di aspettare la 6a settimana prima di proporre esercizi isotonici attivi in intra-extrarotazione, evitando di eccedere nelle ripetizioni poiché notevolmente irritanti per la cuffia operata.
Dalla 6a settimana si favoriscono esercizi in adduzione sul piano orizzontale.
Riassumendo:
- Continua il lavoro di micromobilizzazione e mobilizzazione passiva sul lettino, ora è possibile aggiungere l'abduzione e la rotazione interna;
- La mobilizzazione attivo-assistita progredisce sempre più verso quella attiva;
- Esercizi contro resistenza elastica leggere dei fissatori della scapola;
- Stretching;
- Lavoro graduale degli intra-extrarotatori,
- prima isometrico e poi contro resistenza manuale;
- Lavoro graduale in adduzione sul piano orizzontale;
- Continua lavoro in acqua per la ricerca del massimo ROM
3a FASE : 8a - 12a settimana
Continua la mobilizzazione sul lettino ed i carichi per il lavoro muscolare possono essere aumentati anche con l'utilizzo di macchine per un completo rinforzo della muscolatura della spalla. Può essere introdotta l'abduzione attiva. Esercizi di destabilizzazione ritmica della spalla e di propiocezione sono utili in tale fase per il recupero funzionale.
- Mobilizzazione sul lettino;
- Abduzione attiva;
- Destabilizzazioni ritmiche;
- Rinforzo completo muscolatura spalla
4a FASE : 12a - 16a settimana
Ripresa funzionale della spalla nelle normali attività quotidiane, va rimandato comunque il ritorno alle competizioni sportive al trascorrere dei sei mesi dall'intervento
- Esercizi di lancio e presa con forza crescente
- Esercizi specifici dello sport praticato
- Allenamento isocinetico dal 4° mese
Nel caso di paziente anziano è fondamentale continuare gli esercizi di mobilizzazione per evitare l'instaurarsi di pericolose rigidità
Quando consultare il chirurgo
- Improvviso gonfiore
- Forte dolore, senso di tensione o pulsazione della spalla
- Se compare febbre oltre 38° o malessere
- Se la mano cambia colore, si gonfia o provoca dolore
- In caso di sanguinamento delle ferite con imbibitura della medicazione (una piccola quantità di sangue sulle garze è normale)
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NELLA INSTABILITA'
SUBLUSSAZIONE O LUSSAZIONE DELLA SPALLA: trattamento non chirugico
Il percorso riabilitativo può essere suddiviso in 3 fasi ben distinte. La riabilitazione svolge un ruolo determinante sia perché il riutilizzo dell'arto superiore ha bisogno di un'articolazione libera e non dolente, sia perché la più frequente complicanza che si verifica dopo un episodio di lussazione è il permanere di un'instabilità che prima o poi darà luogo ad una recidiva. Il nostro compito è quello di personalizzare il programma al fine di raggiungere il delicato equilibrio che consente la maggior articolarità e, contemporaneamente la maggior stabilità possibile.
FASE 1 - Dopo le tre classiche settimane di immobilizzazione, la tua spalla ha modificato completamente il suo aspetto, per cui si deve iniziare a muoverla con molta delicatezza, evitando di superare i 45° di articolarità soprattutto nell'abduzione e nelle rotazioni esterne, ed eseguendo esercizi pendolari, con resistenza elastica ed isometrici in posizioni diverse. In questa fase è fondamentale la sensibilità del rieducatore che ti deve aiutare a recuperare fiducia e consapevolezza di ciò che puoi o non puoi fare.
FASE 2 - A 3 settimane dalla rimozione del bendaggio potrai iniziare, previo parere del medico, a guidare, mentre l'attività lavorativa richiede di solito almeno altre 2 settimane. La progressione dell'intensità degli esercizi sia per quanto riguarda la forza che l'escursione articolare, ti farà sentire più sicuro ma è necessario essere ancora molto prudenti. In questo periodo assume molta importanza la riabilitazione propriocettiva che affina il controllo neuromotorio indispensabile per la coordinazione di gruppi muscolari diversi che danno la stabilità "dinamica": le strutture deputate alla stabilità statica sono state lese dal trauma!
FASE 3 - Inizia a circa 2 mesi dal trauma e perfeziona il recupero globale, per arrivare alla ripresa dell'attività sportiva e quindi del gesto atletico specifico a circa 3 mesi dal trauma.
Se permangono dolori e senso di instabilità, la rieducazione va continuata, ma si deve iniziare a prendere in considerazione il trattamento chirurgico che viene vivamente consigliato se si presentano recidive di lussazione ravvicinate.
PROTOCOLLO RIABILITATIVO DOPO INTERVENTO DI STABILIZZAZIONE ARTROSCOPICA PER INSTABILITA' ANTERIORE
1° FASE- Varia dalle 3 alle 4 settimane. In questo periodo l'articolazione
è protetta da un tutore tipo ultra sling che può essere rimosso
solo per effettuare fisioterapia.
Evitare l'instaurarsi di rigidità e ripristinare corretto ritmo scapolo-omerale
sono gli obiettivi di questa fase.
Fondamentale e importante, non appena vengono rimossi i punti di sutura, è
l'idroterapia. La spinta di Archimede fornita dall'acqua infatti si sostituisce al
tutore e permette una più facile e precoce mobilizzazione dell'articolazione,
mentre la temperatura dell'acqua (34°C) ha effetti miorilassanti sulle eventuali
contratture muscolari.
A secco il terapista può effettuare tecniche di mobilizzazione passiva della
spalla e micromobilizzazione della testa omerale e della scapola evitando
rotazione esterna e abduzione, ree di porre in tensione la capsula appena suturata.
Possono essere introdotti esercizi attivi dei fissatori della scapola ed utili possono
rivelarsi mobilizzazione passiva e autoassistita in flessione della spalla ed esercizi
di decoaptazione. La crioterapia a fine esercizi per ridurre al minimo l'infiammazione alla spalla e nei momenti di dolore è un valido aiuto.
In sintesi:
- Allungamenti pompages a livello scapolo-cervicale;
- Micromobilizzazione omero e scapola;
- Mobilizzazione passiva dell'articolazione ma rotazione esterna e abduzione
- protetta;
- Mobilizzazione autoassistita in flessione;
- Esercizi pendolari di codman;
- Esercizi attivo-assistiti e attivi per fissatori della scapola;
- Idroterapia;
- Crioterapia
2° FASE: intorno alla 4° settimana, coincide con l'abbandono del
tutore.
In tale fase continuano le micromobilizzazioni per cercare di detendere
capsula e tessuti molli e la mobilizzazione passiva per favorire il guadagno
di gradi articolari, ora gradualmente anche in rotazione esterna. Possono venire introdotti esercizi contro resistenza elastica leggera per
fissatori della scapola.
Dalla 6° settimana iniziano i primi esercizi in intra-extra rotazione ed
adduzione e abduzione.
Continua il lavoro di micromobilizzazione e mobilizzazione passiva sul lettino, ore è possibile gradualmente aggiungere l'abduzione e la rotazione esterna
- La mobilizzazione attivo-assistita progredisce sempre più verso quella attiva;
- Esercizi contro resistenza elastica leggera dei fissatori della scapola;
- Lavoro graduale degli intra-extra rotatori;
- Lavoro graduale in adduzione e abduzione
- Stretching
3° FASE: 8° - 12° settimana
Continua la mobilizzazione sul lettino e i carichi per il lavoro muscolare possono essere aumentati anche con utilizzo di macchine per un completo rinforzo della muscolatura della spalla. Esercizi di destabilizzazione ritmica della spalla e di propriocezione sono
utili in tale fase per un recupero funzionale più completo.
Deve residuare un leggero deficit in extrarotazione.
- Ricerca R.O.M. completo con leggero deficit in extrarotazione;
- Rinforzo graduale di tutti i distretti muscolari;
- Esercitazioni propriocettive e di destabilizzazione ritmica.
4° FASE : dopo 12 settimane
Ripresa funzionale delle normali attività quotidiane o del gesto sportivo, limitando comunque, per quest'ultimo caso, il ritorno alle competizioni sportive a forte utilizzo della spalla dopo sei mesi dall'intervento.
- Esercizi di lancio e presa con forza crescente;
- Esercizi specifici dello sport praticato;
- Test isocinetico al 4° mese;
- Stretching
E' utile effettuare a 4 mesi circa dall'intervento un test valutativo isocinetico
per chi desidera riprendere le competizioni e sconsigliare queste ultime se il
braccio non ha recuperato l'85% della forza rispetto al controlaterale.
Quando consultare il chirurgo
- Improvviso gonfiore
- Forte dolore, senso di tensione o pulsazione della spalla
- Se compare febbre oltre 38° o malessere
- Se la mano cambia colore, si gonfia o provoca dolore
- In caso di sanguinamento delle ferite con imbibitura della medicazione (una piccola quantità di sangue sulle garze è normale)